MANI LEGATE AI GIORNALISTI

La vertenza per il contratto è diventata una battaglia politica per la difesa della libertà di stampa, dell’autonomia professionale e dell’indipendenza dei giornalisti. Dal centro alla periferia, tutte le organizzazioni di categoria sono mobilitate in incontri ravvicinati con l’opinione pubblica e con le istituzioni, per testimoniare i rischi che sta correndo la democrazia con il sistematico attacco all’informazione. La nostra voce, le nostre ragioni saranno portate persino nel cuore delle manifestazioni inaugurali di Torino per le Olimpiadi invernali, opponendoci documenti alla mano alla richiesta di una tregua sindacale per l’evento sportivo. Dopo otto mesi di lotta, sette giornate di sciopero e altrettanto proclamate, gli editori sono stati costretti a gettare la maschera e a scoprire le loro effettive intenzioni sulla deregulation professionale nei mass-media. Cavalcano senza scrupoli la congiuntura politica, sociale e tecnologica allo scopo di smantellare decenni di conquiste contrattuali costate grandi sacrifici a generazioni di colleghi; di dilagare nelle redazioni con la flessibilità selvaggia di rapporti di lavoro precari e sottopagati; di sacrificare definitivamente la qualità del prodotto sull’altare della totale mercificazione della notizia (finanche all’Ansa si sta tentando di imporre la rivoluzione commerciale dell’informazione!). Confidano non soltanto nella crisi del Welfare e nelle mutazioni prodotte dalla nuove frontiere elettroniche, ma soprattutto nelle sempre più forti suggestioni dell’intera classe politica al “fai da te” della comunicazione, a liberarsi della mediazione giornalistica, a disarmare e imbavagliare la critica, e a legare le mani al diritto-dovere di cronaca.

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