Giovanni Paolo II patrono dei comunicatori digitali, magari in coincidenza con la sua canonizzazione che potrebbe avvenire a ottobre, come san Francesco di Sales lo è dei giornalisti: è la speranza e la richiesta del Sindacato cronisti romani espressa e trasmessa alla Santa Sede il 30 giugno 2011 tramite il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali.
La proposta era stata approvata e incoraggiata al presidente del Sindacato Romano Bartoloni anche da Benedetto XVI durante un’udienza generale di alcuni giorni prima. E recentemente è stata ricordata nel corso di uno scambio di lettere dei cronisti con mons. Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana, in occasione dell’elezione di papa Francesco.
Al beato Giovanni Paolo II si riconosce, tra tutte le altre cose, “particolare sensibilità di apostolato con gli strumenti della moderna comunicazione e coraggiosa e saggia apertura alle tecnologie del digitale».
“Il messaggio evangelico del Papa polacco”, ha scritto in una nota Bartoloni, “non avrebbe raggiunto le più alte vette dell’universalità senza un rapporto franco e sapiente, soprattutto senza frapporre veli, con la macchina mediatica. I viaggi nel villaggio globale – ha aggiunto il presidente del Sindacato cronisti – la televisione e le tecnologie elettroniche sono state il suo pulpito e il mondo, superando le divisioni delle etnie e delle religioni, lo ha riconosciuto come un grande e lungimirante profeta perché ha parlato in presa diretta al cuore di ogni uomo”.