Il Sindacato cronisti romani sottoscrive l’appello delle Associazioni che chiedono al Parlamento una riforma della Rai secondo principi di tutela dell’informazione pubblica. Tra gli altri firmatari dell’appello, MoveOn Italia – La Rai ai cittadini, Arci, Articolo 21, Associazione Rai Bene Comune – IndigneRAI, Legambiente. Con l’appello Riformiamo la Rai Bene Comune, salvaguardiamo il servizio pubblico MoveOn Italia – assieme alle associazioni, i movimenti, le organizzazioni di lavoratori e utenti e singoli/e cittadini e cittadine – chiede al Parlamento italiano di varare una Riforma sentita come urgente e necessaria perché, nella societ? della conoscenza, i diritti di cittadinanza trovano fondamento nella libert? di informazione, di cui il servizio pubblico ? garanzia, rendendo effettivo l’esercizio di tutti gli altri diritti. E sono i cittadini i veri azionisti della Rai. I sottoscrittori convergono su alcuni principi comuni e irrinunciabili che dovranno caratterizzare la Riforma, sintesi delle proposte depositate in Parlamento: Una Rai Bene Comune, contro una visione privatistica e per la partecipazione diretta dei cittadini alla comunicazione. La ridefinizione della missione di servizio pubblico, nell’ambito del rinnovo della concessione: raccontare la societ? nelle sue articolazioni, non solo il Palazzo; dare voce e spazio alle culture e alle differenze che si producono nel Paese; essere strumento di pluralismo non solo partitico ma anche sociale e culturale; garantire una infrastruttura comunicativa aperta, neutra e accessibile a tutti, nessuno escluso; informare educare intrattenere, mantenendo alta la qualit?, l’obiettivit? e la trasparenza nella costruzione di senso. L’indipendenza e l’autonomia di gestione, editoriale e finanziaria del servizio pubblico, liberato dal controllo del Governo e dai conflitti di interessi, con competenze di alto livello. Un corretto bilanciamento tra organismi di gestione e di sorveglianza nella governance aziendale. Un nuovo progetto di assetto industriale, connesso al sistema della comunicazione digitale.
SCR
26/05/15