di Giacomo Carioti
Dieci anni fa, il 19 febbraio 2009, moriva uno dei nostri più grandi attori comici, Oreste Lionello: era un istrione inarrivabile… ma soprattutto una persona disponibile, cortese e sincera. Nel 1972, quando già era notissimo, ed aveva da tempo lasciato il Bagaglino per il Giardino dei Supplizi di Luciano Cirri (ero amico di entrambi), gli chiesi se poteva fare un breve
intervento per uno spettacolo di carnevale per bambini da me organizzato per i figli di tanti colleghi: volle invece coprire l’intero pomeriggio, con una rappresentazione inventata al momento per quel pubblico particolare, sulla sola base del “mestiere” e della straordinaria capacità di invenzione e improvvisazione, insieme a tutta la compagnia dei Supplizi e alle canzoni di Pat Starke e Leo Valeriano, con il solo rimborso delle spese di trasferimento dei materiali al Teatro dei Satiri…
Semplicemente, era, per lui e per tutti gli altri, il giorno di riposo dal loro teatro, e per un amico si poteva anche fare un extra, rinunciando al riposo.
E’ solo un esempio di un carattere straordinario, e di una atmosfera irripetibile.
Altri tempi, davvero, e altre persone…
Ma, oltre e al di là di queste bellissime considerazioni umane, da giornalista debbo ricordare come l’avventura artistica di Lionello sia nata proprio nell’ambiente del giornalismo romano, quale era quello cui appartenevano, negli anni ‘60, gli ideatori, autori e realizzatori del mitico Bagaglino di vicolo della Campanella a Panico: Mario Castellacci, Pier Francesco Pingitore, Luciano Cirri, Piero Palumbo, Raffaello Della Bona.
Quei colleghi rimasero tutti uniti per poco più di due anni (precisamente dal 23 novembre 1965, data del debutto nella cantina romana di Vicolo della Campanella 4, fino al 10 giugno 1967.
Due intense e ormai mitiche stagioni, affidate all’estro e al sacrificio di una sparuta compagnia inizialmenre composta da Oreste Lionello, Claudia Caminito, Pino Caruso e Gabriella Gazzolo, con Pino Roccon al pianoforte, insieme per ben 400 rappresentazioni. Poi ci fu la “scissione”: in amicizia, ma con insanabile -se pur provvisoria- divergenza di idee, artistiche, politiche e sociali.
Nacque così, per iniziativa di Luciano Cirri (capo redattore del “Borghese”, settimanale fondato da Leo Longanesi, e allora diretto da Mario Tedeschi, senatore del MSI), con la collaborazione di Tonino Scaroni (giornalista cinematografico de “Il Tempo”), “Il Giardino dei Supplizi”, in un’altra affascinante cantina a Piazza Rondanini, a poche decine di metri dalle rispettive redazioni, ed anche dalla mia.
Il capocomico, scissionista anche lui dall’originario Bagaglino, era Oreste Lionello, e lo rimase fino al 1972, quando il ‘Giardino’ chiuse (…non riuscì mai ad essere ‘di moda’), e contemporaneamente il Bagaglino lasciò la gloriosa cantina per trasferirsi al Salone Margherita (dopo aver ‘rischiato’ di migrare, con la mia mediazione, al Borgo S.Spirito, allora occupato dalla “D’Origlia-Palmi”, un “monumento” del nostro teatro popolare in via di forzata smobilitazione… Ma questa è un’altra storia, tutta da raccontare a parte).
Per alcuni anni, quindi, il Bagaglino-cantina andò per la sua strada senza Oreste Lionello, acquisendo via via, oltre a Caruso e alla Caminito, Enrico Montesano, Pippo Franco, Gabriella Ferri, Gianfranco d’Angelo, Gino Pagnani, Francesco Mulè e molti altri.
L’approdo al Salone Margherita segnò anche il “ritorno in squadra” di Oreste Lionello, che ne divenne immediatamente il leader, determinandone un successo inarrestabile, dal palcoscenico alla grande tv, e trasformando una “notorietà di nicchia” in assoluta celebrità (del teatro, dei suoi attori e dei suoi autori) .
Storie di una volta, che vedevano il connubio fra il mondo artistico e quello giornalistico come un fatto assolutamente naturale, e la cultura odorava di polvere da palcoscenico e di carta inchiostrata a piombo.
Un complemento di storia che pochi hanno raccontato, che quasi tutti hanno dimenticato…