Una battaglia di legalità per rispettare l’esito di un concorso pubblico, una battaglia di diritti e di concretezza. Il Sindacato cronisti romani è accanto ai colleghi del Comitato Informazione pubblica nel sollecitare la corretta conferma che per le nuove assunzioni Rai si ricorra ai nominati in graduatoria tra i colleghi che già sono risultati idonei all’assunzione. Per questo, all’immediata vigilia dell’audizione di martedi 16 presso la Commissione di Vigilanza e del Consiglio di Amministrazione RAI di mercoledi 17 aprile, il Comitato Informazione Pubblica ha chiesto lo scorrimento della graduatoria dell’ultimo concorso pubblico, nel pieno rispetto della trasparenza e degli obblighi di legge. Questo il comunicato del Comitato:
“Siamo certi che, nell’audizione in Vigilanza i massimi vertici della Rai anticiperanno le risposte positive attese da tempo riguardo lo scorrimento della graduatoria dell’ultimo concorso”. A dichiararlo è il “Comitato informazione pubblica”, fondato da oltre cento giornalisti che hanno superato la selezione Rai del 2015 e assistito dall’avvocato Vincenzo Iacovino. “L’obbligo di attingere risorse dalla nostra graduatoria prima che da altri bacini è sancito da una legge dello Stato”, si ricorda nel comunicato, “il comma 1096 della legge 205/2018. Si tratta di una norma speciale, rivolta cioè specificamente all’azienda del servizio pubblico, una disposizione assolutamente ineludibile. Siamo certi che il presidente Foa e l’amministratore delegato Salini (insieme al nuovo direttore generale Matassino, cui auguriamo buon lavoro) si muoveranno nel pieno rispetto della legge. Lo hanno già fatto, di recente, con le assunzioni effettuate dall’altra graduatoria, relativa al concorso 2013, richiamata da quella norma. Una scelta coerente e legittima che dimostra peraltro come il tempo trascorso dalla selezione del 2013 e, a maggior ragione, dal concorso del 2015 non pregiudichi affatto il livello di professionalità dei giornalisti coinvolti. Anche riguardo alla nostra graduatoria, dunque, siamo certi che una grande azienda di servizio pubblico qual è la Rai terrà fede al principio costituzionale della trasparenza, il solo a poter garantire, per Viale Mazzini, la rottura con le logiche del passato”.