di Romano Bartoloni
La campagna elettorale e e le votazioni europee del 26 giugno sono tenute sotto occhio dagli organismi internazionali per contrastare e denunciare il giro di vite contro l’informazione e contro i giornalisti. La libertà di stampa è minacciata in diversi Paesi del vecchio Continente, Italia compresa. È il Consiglio d’Europa a mettere in guardia l’opinione pubblica con un documento che analizza l’attuale situazione sotto il titolo “Democrazia a rischio: minacce e attacchi contro la libertà dei media in Europa”. Diffuso in occasione della Giornata mondiale della Libertà di Stampa del 3 maggio, il rapporto redatto da 12 organizzazioni autorizzate soppesa lo stato “della libertà dei mezzi di informazione in Europa sulla base di 140 violazioni segnalate alla piattaforma nel corso del 2018”, ricavandone la conclusione che “la libertà di stampa nel continente non è mai stata così fragile dalla fine della guerra fredda”, e che si è registrato “un generale peggioramento” con il moltiplicarsi degli “ostacoli e degli atti di violenza mentre si indaga e si svolge il lavoro professionale”.
Le 140 gravi violazioni della libertà dei media, definiti “allarmanti” nel rapporto, sono state registrate in 32 Stati membri del Consiglio d’Europa nel 2018, e costituiscono “una immagine nitida in contrasto con le garanzie sancite dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo”. Il quadro inquietante si completa con “l’impunità” dei crimini contro i giornalisti” e con l’impotenza della protezione legale sia per gli attacchi nell’online come nell’offline.
Solo l’anno scorso si sono registrate 35 notizie di attacchi alla integrità fisica e alla sicurezza dei giornalisti, si sono raddoppiati gli allarmi su gravi minacce alla vita per alcuni, e si è perso il conto degli abusi verbali e delle offese pubbliche a media e giornalisti. L’apice di questi trend sono stati nel 2018 gli omicidi di Jan Kuciak e della fidanzata Martina Kusnirova in Slovacchia e di Jamal Khashoggi nel consolato dell’Arabia Saudita a Instanbul.
Il rapporto sollecita “azioni urgenti sostenute da una risoluta manifestazione di volontà politica da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa per superare le gravi condizioni a rischio per la libertà dei media e per assicurare protezione affidabile per i giornalisti sia in termini di legge sia di garanzie per la sicurezza”. Gli Stati membri, che impongono oggi le maggiori e più dure restrizioni ai giornalisti, vengono invitati a ripristinare lo stato di diritto, un clima di certezze di regole e la salvaguardia del pluralismo, affinché i giornalisti si sentano liberi e al sicuro nello svolgere il proprio lavoro.
Tra i Paesi membri del Consiglio d’Europa, l’Italia è uno di quelli ad alto rischio. Nel rapporto si legge che “la libertà di stampa in Italia è chiaramente diminuita”. L’Italia è uno dei quattro Stati nella classifica dei peggiori assieme a Russia, Turchia e Ungheria. Nel rapporto si sostiene, fra l’altro, che “I due vicepresidenti del Consiglio Luigi Di Maio e Matteo Salvini usano regolarmente sui social media una retorica particolarmente ostile nei confronti dei giornali e dei giornalisti”.
Proprio di recente il Presidente della Repubblica Mattarella ha dovuto riconoscere che “Anche in Italia si verifica un alto numero di intimidazioni e di atti ostili nei confronti dei giornalisti che esercitano la loro fondamentale funzione”, aggiungendo che “Le istituzioni della Repubblica e la società civile hanno il dovere di sostenerli e di non lasciarli soli”.
Il World press freedom Day, la Giornata mondiale della libertà di stampa, è stato istituito nel dicembre 1993 dall’Assemblea generale dell’Onu, su raccomandazione della Conferenza generale dell’Unesco. La scelta di celebrare la ricorrenza proprio il 3 maggio è legata all’anniversario della Dichiarazione di Windhoek, che nel 1991 concluse nella città namibiana il seminario Unesco sulla promozione di una stampa africana libera e pluralistica.
Il tema scelto per la XXVI Giornata mondiale 2019 è stato “Media per la democrazia: giornalismo ed elezioni in tempi di disinformazione”. Il 2018 è stato uno degli anni più bui per i giornalisti nel mondo: 88 assassinati, 250 carcerati, di cui 130 solo in Turchia, 61 gli scomparsi nel nulla.