Ci ha lasciato Mario Sarzanini, grande giornalista, colonna dell’Ansa e “re” della giudiziaria.
Ci ha lasciato il decano dei cronisti della giudiziaria di Roma di cui era presidente, Mario Sarzanini. Originario di Genova ma romano d’adozione, tra un mese avrebbe compiuto 87 anni. Mario ha lavorato per oltre 40 anni all’Ansa per poi collaborare con numerose testate nazionali.
Sotto la sua guida si sono formate generazioni di cronisti che da lui hanno imparato a muoversi nei corridoi di piazzale Clodio, sede della cittadella giudiziaria di Roma.
Mario era molto generoso nei confronti di chi mostrava di voler imparare e conoscere i segreti di questo mestiere, e sapeva dare i giusti consigli a tutti. Un mestiere che ha svolto sempre h24, senza mai porre fine nell’arco delle sue giornate alla ricerca e al flusso di notizie che riusciva a sapere sempre prima degli altri.
Negli anni si era guadagnato sul campo la stima di magistrati, avvocati e colleghi grazie alla sua passione, affabilità, umanità, correttezza e altruismo. La Sala Stampa in fondo al piano terra del tribunale di piazzale Clodio era una sua creatura e l’aveva inaugurata negli Anni Settanta dopo i crolli registrati nel “Palazzaccio” di piazza Cavour. Alla sua presenza nel 2008 la Sala Stampa fu intitolata alla memoria di Maria Grazia Cutuli, la cronista del Corriere della Sera uccisa nel 2001 in un agguato in Afghanistan.
Mario ha seguito le principali vicende di giudiziaria che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese: dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini al massacro del Circeo, dal delitto Fenaroli ai coniugi Bebawi, dal caso Moro al sequestro di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi. Per l’Ansa fu inviato a Catanzaro a seguire nel 1979 tutto il processo sulla strage di Piazza Fontana.
E poi le inchieste sul terrorismo degli anni 70 e 80, sul crack Caltagirone, l’attentato a Papa Giovanni Paolo II, la strage di Ustica, fino ad arrivare ai casi della morte di Marta Russo nell’Università la Sapienza, dall’agguato alla giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e al suo cineoperatore Mira Hrovatin, assassinati a Mogadiscio nel 1994, ai delitti dell’Olgiata e di via Poma, dall’arresto del capo dei Gip di Roma Renato Squillante alle nuove Brigate Rosse e al delitto del giuslavorista Massimo D’Antona e, infine, l’inchiesta sul cosiddetto ‘Mondo di Mezzo’.
Il Sindacato Cronisti Romani si stringe intorno i familiari in questo triste momento, alla moglie Luciana, ai figli Fiorenza, Roberta e Enrico (che hanno ereditato la passione per il giornalismo ed erano l’orgoglio del padre) il nostro più caloroso abbraccio.
Il Sindacato cronisti romani