Ci ha lasciato Lanfranco D’Onofrio, il decano dei cronisti di ‘nera’ della capitale per anni punto di riferimento dalla sala cronisti della Questura di Roma.
È morto a 96 anni dopo una vita passata a raccontare i fattacci di nera. Il lavoro da giornalista lo aveva iniziato a 19 anni per L’Unità, poi era passato a Paese Sera e, in seguito, iniziare a lavorare per Repubblica dove ha collaborato fine agli ultimi anni.
I colleghi lo chiamavano affettuosamente “L’Imperatore” e negli anni si era guadagnato la stima di poliziotti e carabinieri per la sua correttezza e professionalità.
D’Onofrio è stato testimone di tutti i più grandi gialli e avvenimenti di nera che sono avvenuti nella capitale sin dal dopoguerra e fino ai nostri giorni.
Dal giallo della morte di Wilma Montesi, alla decapitata del lago di Castel Gandolfo, dal delitto Casati Stampa, al sequestro di Aldo Moro e gli attentati degli anni di piombo, fino ad arrivare al delitto di via Poma, il giallo poi risolto dell’Olgiata, l’omicidio Marta Russo e del giuslavorista Massimo D’Antona.
Per il Sindacato Cronisti romani ha ricoperto varie cariche, per anni ne è stato tesoriere, così come per l’Unci, l’unione dei cronisti italiani.
Lascia la moglie Serena e i figli Rosangela e Andrea ai cui va l’abbraccio di tutti i cronisti.
I funerali si svolgeranno giovedì 11 novembre 2021 a Terracina, alle ore 11 presso la Concattedrale di San Cesareo.