I giovani colleghi forse Arnaldo Fraccaroli non l’hanno neanche sentito nominare, e prima di tutto a loro va consigliato il libro di Gianpietro Olivetto in uscita tra poche settimane e che racconterà questo grande cronista, classe 1882, a lungo inviato speciale del Corriere della sera. Perché nel recupero della storia, della vita, delle imprese, dello stile delle personalità che hanno “firmato” la cronaca italiana, si può capire il formidabile racconto del nostro giornalismo, oggi in difficoltà di attenzione e risorse, non di energie e talento. Da inizio maggio sarà nelle librerie, e per i più “moderni” (o pigri) tra di noi sarà possibile anche ordinarlo su Internet, il libro biografico firmato da Olivetto, amico e socio del nostro sodalizio, intitolato in modo suggestivo “La Dolce Vita di Fraka”. Suggestivo, perché si fa riferimento al fatto a un’espressione che da lui sarebbe stata inventata, la Dolce Vita appunto, epoca i cui contenuti e suggestioni sono stati immortalati con efficacia da un altro grande cronista del Corriere della Sera, Victor Ciuffa, pilastro del Sindacato cronisti e recentemente scomparso. Qui di seguito, la sinossi di questo libro che arricchisce una colanna di grandi protagonisti del giornalismo, inaugurato dalla biografia di Alberto Bergamini firmato dal direttore della Fnsi (e storico) Giancarlo Tartaglia. La biografia del veronese Arnaldo Fraccaroli (1882-1956), per quasi 50 anni inviato del Corriere della Sera, scrittore, poeta, filosofo, umorista, commediografo e curioso delle donne, oggi purtroppo dimenticato. Il libro (500 pagine, corredate da una cinquantina tra foto, lettere e documenti d’epoca) è pubblicato dalla casa editrice romana All Around nella collana “Giornalisti nella storia”, realizzata con la Fondazione per il Giornalismo Paolo Murialdi e inaugurata con il volume di Giancarlo Tartaglia “Il giornale è il mio amore”, sulla vita di Alberto Bergamini, fondatore e direttore de Il Giornale d’Italia. La prefazione è di Gian Antonio Stella. Fraccaroli – che amava definirsi “Commesso viaggiatore della curiosità altrui” e che spesso si firmava Fraka – è stato un cronista che sapeva fotografare con le parole. Grazie alla sua versatilità, produsse migliaia di articoli d’ogni genere e oltre cento tra romanzi, libri di viaggi, novelle, saggi, lavori teatrali, biografie (tre sull’amico Puccini). Aveva classe e talento straordinari e una capacità unica di passare dal reportage di guerra alla commedia brillante, dai racconti fantasy alla cronaca e alla descrizione filmica di persone e ambienti. Inventò l’espressione Dolce Vita, così titolando una sua opera. Fu, durante il primo conflitto mondiale, uno dei migliori corrispondenti dal fronte e per il suo comportamento eroico ottenne anche una croce e una medaglia al valor militare. Rese celebre la frase “Meglio vivere un’ora da leone che cent’anni da pecora”. E’ stato uno dei primi giornalisti a volare su dirigibili e aeroplani e a visitare Hollywood. Scoprì e fece conoscere l’America degli Anni Ruggenti e il jazz. Dal 1920 al 1940, girò tutti i continenti, svelando agli italiani il mondo e le novità del secolo.