Ricorso alla magistratura dei colleghi idonei al concorso Rai. I cronisti: difendere il merito per difendere l’informazione

 

Un ricorso alla magistratura per far valere i propri diritti sanciti da una legge. Il Comitato per l’informazione pubblica, fondato da oltre cento giornalisti risultati idonei alle selezioni Rai 2015 ma ancora in attesa che venga riconosciuto loro un contratto, ha fatto ricorso per impugnare il passaggio da Rai a RaiCom del nuovo canale di notizie in lingua inglese. Il motivo non è certo quello di impedire che ci sia un servizio in più della tv pubblica ma quello di contrastare il fatto che il nuovo canale sia affidato a una semplice partecipata della Rai, e cioè RaiCom. Un passaggio che renderà il nuovo canale – che pure è finanziato dai contribuenti – indipendente dalle principali regole stabilite per il servizio pubblico. Quindi il nuovo canale non povrà essere controllato dalla Commissione di Vigilanza e non sarà obbligato ad assumere per concorso.

La ragione di un’iniziativa così forte è quasi banale nella sua logica: il Comitato chiede che il nuovo canale resti nella Rai perché questo permetterebbe di attingere – per le nuove assunzioni – al bacino di colleghi ritenuti idonei quattro anni fa nelle selezioni del concorso pubblico. Una difesa senza compromessi dei propri diritti che ha trovato e trova al suo fianco il Sindacato cronisti romani. Per il Scr, infatti, la difesa del merito è principio non solo di giustizia ma di tutela della qualità dell’informazione.

I colleghi risultati idonei al concorso Rai del 2015, presieduto da Ferruccio De Bortoli, hanno un diritto che è necessario trovi sponda anche nel sindacato interno Rai, in tutte le sue declinazioni, dai Cdr delle varie testate all’Usigrai. Il motivo è perché questo diritto è sancito dalla legge. Infatti il criterio d’idoneità non è più un diritto a scadenza. Lo ha stabilito un articolo di legge inserito nella finanziaria 2018 che è stata approvata nel dicembre 2017.

Ecco cosa dice la norma:
“Al fine di assicurare il pieno ed efficace svolgimento delle attività funzionali al raggiungimento degli obiettivi istituzionali e societari attribuiti alla società concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, nonché di garantire gli equilibri concorrenziali nel mercato radiotelevisivo, non si applicano alla società RAI-Radiotelevisione italiana Spa le norme di contenimento della spesa in materia di gestione, organizzazione, contabilità, finanza, investimenti e disinvestimenti previste dalla legislazione vigente a carico dei soggetti inclusi nell’elenco dell’ISTAT delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196; pertanto la RAI-Radiotelevisione italiana Spa può avviare, in un’ottica virtuosa di risparmio a medio-lungo termine, immissioni in organico di figure al livello retributivo più basso, attingendo in primis al personale idoneo inserito nelle graduatorie 2013 e 2015 di giornalisti professionisti riconosciuti idonei. Restano comunque ferme le disposizioni in materia di tetto retributivo recate dall’articolo 49, commi 1-ter e 1-quater, del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177″.

C’è una legge. C’è un diritto. Ci sono dei colleghi che hanno superato un concorso selettivo e difficile, ai quali deve essere riconosciuto il posto di lavoro che hanno dimostrato di meritare”

Il Sindacato cronisti romani

 

 

 

qui di seguito, il comunicato dei colleghi del Comitato per l’informazione pubblica

Rai, giornalisti idonei 2015 ricorrono alla magistratura.

“Il canale inglese a RaiCom viola contratto servizio”

“Intervengano il Ministro Di Maio, la Commissione di Vigilanza e i Sindacati”

“La nostra battaglia per garantire lavoro, legalità, trasprarenza, anticorruzione,  meritocrazia e informazione pubblica in Rai non si ferma: riteniamo doveroso impugnare il passaggio da Rai a RaiCom del nuovo canale di notizie in lingua inglese. Inoltre ci appelliamo al Ministro Di Maio e alla Commissione di Vigilanza a tutela del servizio pubblico”, così dichiara il Comitato per l’Informazione pubblica, fondato da oltre 100 giornalisti risultati idonei alle selezioni Rai 2015 che ha dato mandato all’avvocato Vincenzo Iacovino.

“La nostra azione legale – spiega il Comitato – non è assolutamente contro il nuovo canale, ma contro il fatto che ricadrà sotto RaiCom, una partecipata della Rai, in violazione del contratto di servizio. Questa decisione farà sì che il canale in inglese, finanziato da soldi pubblici, non dovrà sottostare alle regole previste per il servizio pubblico. Per esempio non sarà soggetto al controllo della Commissione di Vigilanza e non comporterà l’obbligo di fare nuove assunzioni per concorso, cioè su base meritocratica come previsto dalla legge.

L’azione giudiziaria tende a garantire la permanenza del canale in inglese in capo alla Rai e ciò significa assicurare ulteriormente la possibilità di assunzione degli idonei in graduatoria del 2015, tramite lo scorrimento, cosi come correttamente già fatto per tutti gli idonei al concorso del 2013. Il tutto in conformità della legge di Bilancio 2018 al comma 1096, che indica la graduatoria tuttora valida quale bacino prioritario da cui la Rai deve attingere per nuove assunzioni e prime utilizzazioni di giornalisti”. E invece ancora oggi si assiste a prime utilizzazioni di colleghi per il semplice fatto di aver frequentato una specifica scuola di giornalismo.

Il Comitato precisa di aver fatto più richieste di accesso agli atti alla Rai, la quale le ha puntualmente respinte, costringendo cosi gli istanti a ricorrere al TAR per ottenere quanto richiesto. Pratica che la Rai ormai da tempo persegue, sperperando soldi pubblici degli utenti anziché procedere nel rispetto della legge sulla trasparenza.

Conclude la nota del Comitato: “Ci appelliamo al Ministro del Lavoro Di Maio, che ha la delega alle comunicazioni, e alla Vigilanza Rai perché garantiscano la legalità e il servizio pubblico in capo alla Rai, conformemente al contratto di servizio, e affinché, ove ravvisassero violazione di legge nelle condotte degli amministratori della Rai e di RaiCom, dispongano ogni utile provvedimento, ivi compresa la trasmissione degli atti alle competenti autorità giudiziarie. Noi giornalisti, non ancora assunti, e abbonati Rai lo faremo e saremo vigili affinché il servizio pubblico dell’informazione radiotelevisiva resti tale e soggetto a tutte le leggi in vigore.

Chiediamo a tutti i sindacati e all’Associazione Stampa Romana di prendere posizione a tutela di una Rai bene comune e del diritto al lavoro”.

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