Brutto episodio di censura a Roma da parte della Questura. Una donna di 90 anni, domenica sera, ha subito una rapina in abitazione ed è stata picchiata dai banditi. La vittima è stata trasportata all’Umberto I dove, lunedì è morta proprio in seguito alle botte dei malviventi. L’omicidio della pensionata si è saputo in modo del tutto casuale solo giovedì.
Quindi, i cronisti che ogni giorno si relazionano con la Questura si sono sentiti dire, domenica, lunedì, martedì, e mercoledì, che in città non era accaduto nulla di grave. La notizia non data (oggettivamente molto importante per i cittadini che devono sapere quello che accade nei loro quartieri) purtroppo non è un caso isolato.
Il Sindacato Cronisti Romani segue un’ottica di democrazia e d’indispensabilità dell’informazione. E ribadisce l’esistenza del diritto di cronaca costituzionalmente garantito. Le indagini, secondo il Sindacato Cronisti Romani, vanno indiscutibilmente protette ma senza trascurare di fornire il fatto storico alla stampa, magari scevro da quegli elementi investigativi utili alle indagini.
E’ questa l’unica soluzione possibile in un sistema che vuole essere democratico. Non da ultimo questo sistema di non comunicare nuoce a tutti quegli operatori delle forze dell’ordine il cui importante lavoro passa purtroppo sempre più in sordina.
Giova anche precisare che per i cronisti è diventato proibitivo svolgere il proprio lavoro in tempo reale. I fatti vengono appresi spesso con ore di ritardo. E’ chiaro che ciò impedisce la raccolta di tutti quei particolari essenziali per una corretta informazione.
Quindi, i cronisti che ogni giorno si relazionano con la Questura si sono sentiti dire, domenica, lunedì, martedì, e mercoledì, che in città non era accaduto nulla di grave. La notizia non data (oggettivamente molto importante per i cittadini che devono sapere quello che accade nei loro quartieri) purtroppo non è un caso isolato.
Il Sindacato Cronisti Romani segue un’ottica di democrazia e d’indispensabilità dell’informazione. E ribadisce l’esistenza del diritto di cronaca costituzionalmente garantito. Le indagini, secondo il Sindacato Cronisti Romani, vanno indiscutibilmente protette ma senza trascurare di fornire il fatto storico alla stampa, magari scevro da quegli elementi investigativi utili alle indagini.
E’ questa l’unica soluzione possibile in un sistema che vuole essere democratico. Non da ultimo questo sistema di non comunicare nuoce a tutti quegli operatori delle forze dell’ordine il cui importante lavoro passa purtroppo sempre più in sordina.
Giova anche precisare che per i cronisti è diventato proibitivo svolgere il proprio lavoro in tempo reale. I fatti vengono appresi spesso con ore di ritardo. E’ chiaro che ciò impedisce la raccolta di tutti quei particolari essenziali per una corretta informazione.
Il Sindacato Cronisti Romani