E’ Fabio Di Chio il collega premiato quest’anno con il “Segno del Cronista” del Sindacato Cronisti Romani per la sua attività di giornalista “sempre in prima fila alla ricerca della verità”. Il prestigioso riconoscimento, non sempre assegnato durante la storia ultracentenaria del SCR, verraà consegnato questa mattina durante il tradizionale brindisi natalizio del sindacato per i soci e i colleghi presso lo storico Bar Canova a Piazza del Popolo.
Fabio Di Chio è un cronista di razza. Uno di quei segugi che non si sono mai fermati davanti alle veline istituzionali preferendo approfondire la notizia stando sempre lì dove il cronista deve stare, ovvero in prima linea a raccontare i fatti. Anni di cronaca nera lo hanno reso diffidente alle versioni ufficiali e con accortezza e il giusto tatto, che si deve al cronista esperto, è sempre riuscito a risalire alla verità dei fatti.
Questo suo essere sempre sulla notizia lo portò, nel corso di vivaci e violente proteste nel centro di Roma del 15 ottobre 2011, ad essere vittima di un clamoroso fraintendimento da parte del sito on line di Repubblica. Per alcune ore Fabio Di Chio, apprezzato cronista de Il tempo, venne dato in pasto alla Rete come manovratore, infiltrato della Questura, regista occulto delle devastazioni ad opera di black bloc. La violenta giornata si concluse in piazza san Giovanni con un blindato dei Carabinieri dato alle fiamme ma in internet oltre a roghi e agli incidenti divenne virale la foto lanciata da Repubblia di Fabio Di Chio lanciata segnato in un cerchio rosso mentre si trovava appoggiato ad un muro con due ragazzi che, intanto, prendevano a sprangate le vetrine di una banca.
Ma Fabio non se la prese neanche tanto con i colleghi di Repubblica che non lo avevano riconosciuto nel pubblicare la foto sapendo perfettamente che ormai la cronaca brucia subito i fatti e non tutti, come lui, sono ancora disposti ad aspettare, attendere con pazienza e verificare ogni virgola. Negli anni la cronaca è sicuramente cambiata ma Fabio è sempre lì sulla notizia come sempre.