In linea teorica e di principio, non fa una grinza l’equazione/sentenza contenuta nella bandiera editoriale del direttore del Corriere della Sera, Mieli: “libertà di stampa vuol dire, dunque, alla fine, solo e sempre libertà di criticare i poteri”. In tempi di intrecci di interessi fra politica, finanza e la stessa editoria, nonchè di informazione spettacolo usa e getta come qualsiasi altra merce, ci si chiede se i cosiddetti cani da guardia dei poteri hanno ancora voglia e possibilità e, soprattutto, denti per azzannare.