Le storie vere e il lavoro dei cronisti antidoto alla crisi della stampa
Europa e giornalismo, radici e innovazione, sono gli elementi che distinguono il prestigioso premio Argil, che tutti gli anni viene consegnato, a dicembre, nello spazio romano a via IV novembre della Commissione europea. Quest’anno tra i premiati il Primo vicepresidente del Parlamento europeo, l’olandese Frans Timmermans e il Comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette.
Per la sezione Cronaca, con orgoglio del Sindacato cronisti romani che ha due componenti in giuria, il premio è stato assegnato ad Adelaide Pierucci, che scrive sul Messaggero. Venerdì scorso, al microfono della premiazione, Adelaide ha raccontato con efficacia e spirito la passione e la sofferenza del mestiere di cronista. Cominciando dalle denunce delle quali i cronisti vengono sommersi, molto spesso a carattere intimidatorio (un dato nazionale: nel 2015 sono risultate infondate 5.125 querele per diffamazione ai giornalisti, il 90% del totale). L’annuncio del premio Adelaide lo ha avuto con una telefonata del presidente della giuria, Gino Falleri, che però è anche il vicepresidente regionale dell’Ordine dei giornalisti e – quindi – identificato anche con il “controllo” della professione. “Quando ho sentito Falleri al telefono mi sono fatta istintivamente il segno della Croce” ha detto Pierucci, conquistando la simpatia dei presenti. E sulla valanga di querele ha raccontato: “Per fortuna l’ufficio legale del Messaggero ci sta dietro e ci supporta. Ma sono stata denunciata anche da persone già condannate. Come mi è successo una volta con un accertato pedofilo. La squadra mobile della Polizia mi ha chiamato per chiedermi dove fosse stata fatta la denuncia, per rintracciarlo e arrestarlo!”
Ma ecco la motivazione del premio, che ricorda i fatti di cui si è occupata Adelaide Pierucci nell’ultimo anno.
“Il nero dei delitti e della giudiziaria, il racconto della città nelle sue storie ai margini, sono l’ossigeno della stampa in crisi, il richiamo di chi non tradisce il giornale di carta perché vuole storie vere, dolore ed emozioni raccontati senza il filtro della retorica. Adelaide Pierucci da anni arricchisce il Messaggero con le sue esclusive, le sue notizie sfuggite ai radar delle agenzie, la sua capacità di individuare fatti e retroscena con il fiuto da cronista che è il talento che il web e le tecnologie non sanno soppiantare. Dal caso delle baby squillo a Mafia capitale, eccellendo nei servizi che hanno raccontato il delitto Varani, Adelaide Pierucci si è distinta anche quest’anno come firma di punta del primo giornale della Capitale raccontando Roma nelle sue tinte più scure e vere”. (19/12/2016)