I CRONISTI SU “RADIO VIGNA”

L’Unione nazionale cronisti italiani condivide i dubbi e le riserve di quanti, a cominciare da autorevoli esponenti del Pds che si sono rivolti al ministro Flick, sono rimasti stupefatti dalla decisione della Rai di affidare una rubrica radiofonica addirittura al procuratore antimafia, Pier Luigi Vigna. Delle due l’una, dietro un’accettazione che espone il procuratore alla piazza: o il brillante magistrato magistrato, peraltro noto per la sua facondia, si è risolto a parlare senza peli sulla lingua della macchina della giustizia, abbandonando ogni riserbo d’ufficio e svolgendo un mestiere di critica non solo non suo ma in contrasto con la sua funzione; oppure ha in mente di scaldare gli ascoltatori con generiche chiacchiere da osservatore sul bello e cattivo tempo di questo Paese, emulando, con costrutto da verificare, uno dei tanti opinionisti sul mercato.
A parte le questioni di merito, per l’Unci è sorprendente che il servizio pubblico non solo non riesca a valorizzare, nemmeno questa volta, la ricchezza di professionalità e di esperienze giornalistiche dei cronisti di casa propria che la sanno lunga sulle storie della giustizia; ma che, soprattutto, non colga l’insidia nel favorire una confusione di ruoli tra controllori e controllati, aprendo la strada a responsabili delle istituzioni per la presa diretta con l’opinione pubblica al di fuori degli appuntamenti ufficiali.

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