CRONISTA SCOPRE CC DISONESTI E RISCHIA LA GALERA

Un cronista de “Il Messaggero” di Latina, Aldo Cepparulo, scopre due carabinieri con le mani impiastrate nella marmellata di un’estorsione, li denuncia sul giornale e fa scattare le manette. Invece di ricevere una medaglia al merito civile per la sua esemplare dedizione alla causa della giustizia e del diritto-dovere di cronaca, rischia la galera, avendo ricevuto un’informazione di garanzia dal PM Raffaella De Pasquale, perché “agendo in concorso con un pubblico ufficiale allo stato ignoto, mediante la pubblicazione di un articolo sul giornale, rivelava notizie relative ad indagini coperte dal segreto”.
Richiamando l’attenzione della Fnsi e di Stampa romana, l’Unione nazionale cronisti italiani e il Sindacato cronisti romani hanno duramente protestato contro l’ennesimo tentativo della magistratura di strappare ai giornalisti, con metodi intimidatori, il segreto professionale e di costringerli a rivelare le fonti di informazione. L’inchiesta contro Aldo Cepparulo è un gravissimo episodio liberticida che richiama altri recenti avvenuti a Roma, a Genova e in altre città d’Italia e che conferma l’esistenza di una campagna di persecuzione giudiziaria nei confronti dei cronisti allo scopo di obbligarli a tradire la loro coscienza professionale con violenze da Stato di polizia (intercettazioni telefoniche, sequestro di testate giornalistiche e degli strumenti di lavoro, pesanti interrogatori, addebiti di reati con evidenti forzature dei codici). Romano Bartoloni

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