I 100 anni di Sergio Lepri patrimonio e baluardo del giornalismo
Oggi 24 settembre compie 100 anni Sergio Lepri, promotore della libertà di informazione in stampa clandestina da partigiano e poi da professionista fin dal primo dopoguerra, maestro di giornalismo e padre putativo di diverse centinaia di giornalisti sia come storico e mitico direttore dell’Ansa (1960/1990) sia come docente e come autore di diversi libri sui valori e lo stile del giornalismo che “non è un effettivo potere quando si fa strumento di altri poteri”.
Profetico il suo giudizio del 2005 (sesto capitolo della terza edizione del libro “Professione giornalista”) sul giornalismo nell’epoca del digitale. Scriveva 15 anni fa sulla mediazione del giornalista. “L’accesso diretto alle fonti grazie a internet rischia di eliminare la funzione istituzionale del giornalismo, che è quella di mediare fra chi produce informazione e chi quelle informazioni ricerca per soddisfare le proprie esigenze informative. Se non c’è mediazione non c’è giornalismo; e il giornalismo rischia così di estinguersi, a meno che non recuperi il suo istituzionale compito di mediatore; e, in questa situazione di troppe informazioni, informazioni non sempre affidabili (oggi le chiamano fakenews), il giornalismo può riconquistare la sua funzione di base se si assume la responsabilità di essere mediatore di ordine e di verità grazie alla selezione delle informazioni in circolazione e soprattutto al loro controllo di corrispondenza alla realtà dei fatti”.
Un augurio di tutto cuore con affetto e riconoscenza gli rivolge il Gruppo romano giornalisti pensionati che si onora di averlo come socio e come autorevole decano patrimonio e baluardo della professione, e con il quale ha intessuto in questi anni un dialogo intenso e fecondo su un’informazione responsabile e di qualità.
Romano Bartoloni presidente GRGP