Le offese di Grillo ai cronisti romani
IL SCR: PAROLE VIOLENTE, I NEMICI NON SONO I GIORNALISTI, SERVITORI DELLA LIBERTA'
Anche le parole usate per denigrare sono una violenza, e il fatto di essere un ex-comico non basta a giustificare l'aggressione verbale di Beppe Grillo ai cronisti romani che hanno provato a fargli qualche domanda nella sua ultima trasferta nella capitale. "Vi mangerei solo per il gusto di vomitarvi", è una frase che supera ogni limite di continenza, che è offesa senza sorriso, che non critica ma demolisce.
Beppe Grillo sa essere spiritoso, come è stato con i lenzuoli annodati alla finestra della camera d'albergo, per rimarcare di sentirsi "assediato" ai cronisti. Ma la violenza è un'altra cosa. Chiunque ha visto il filmato dei giornalisti che lo hanno circondato, ha potuto ascoltare la ragionevolezza delle domande che gli sono state fatte sulla scelta del candidato primo ministro del Movimento 5 Stelle: e Grillo poteva liberamente rispondere o non rispondere, ma ha scelto la strada sbagliata.
Il Sindacato cronisti romani non reagisce con battute per stigmatizzare una battuta, se questa non è solo sgradevole, ma violenta nel suo essere anche offensiva. I cronisti romani deplorano con serietà e preoccupazione chi, pur avendo una visibilità pubblica in quanto figura politica, si serve del linguaggio più lontano dalla democrazia colpendo i cronisti, che della libertà sono i servitori. "Perché fate il vostro lavoro da dieci euro al pezzo pensate che giustifichi tutto questo?" ha detto ancora Grillo. Da uomo politico quale ha scelto di essere Grillo dovrebbe essere al nostro fianco per compensi più dignitosi, per avere più tutele, per permetterci di fare al meglio il nostro lavoro, che non è al fianco di questa o quella forza politica o centro di potere, ma al fianco del diritto dei cittadini di essere informati.
(19/09/2017)