Roma affonda, colpa della Stampa?
Grillo e la sua Sindaca continuano a scambiare la funzione dei cronisti per attività di guardoni di bassa lega. Ignorano o fingono di ignorare che gli amministratori pubblici non solo debbono essere onesti (e ci mancherebbe!) e senza macchie sulla coscienza e con la giustizia, ma debbono operare alla luce del sole davanti ai cittadini e agli elettori nel segno della massima trasparenza (peraltro regolata dalla legge). Poiché hanno il dovere di essere irreprensibili nell’arco delle 24 ore sotto il profilo politico, sociale ed etico, il loro diritto alla privacy è ridotto al lumicino come avviene nella maggioranza dei Paesi occidentali. Viceversa, la Raggi, come se non fosse consapevole che il Campidoglio rappresenti una casa di vetro, si beffa dei giornalisti che le “fanno pena” per il loro doveroso ficcanasare. Nel suo blog, Grillo, forse credendo di vivere in un mondo liberticida, difende la Raggi accusando i mass-media di averla “messa alla berlina, diffamata e insultata” rinnovandole la fiducia e la stima per aver avuto il coraggio di fare pubblica ammenda. La Sindaca ammette di aver commesso i propri errori, anche se invoca, a sua giustificazione con esibito di candore, ingenuità nelle sue scelte, cattivi comportamenti degli altri ed eventi accaduti a sua insaputa. Nei fatti, in otto mesi di Campidoglio, le sono hanno tagliato la strada pasticciacci di ogni colori, ha vissuto con il fiato della magistratura sul collo, e contornata da collaboratori contestati e incolpati di ogni genere di malefatte e di intrighi. Sono scattate persino le manette e volate accuse di pesanti reati come la corruzione. Ma è risaputo che non basta scaricare i cattivi per rifarsi una verginità. Intanto, Roma è strangolata dai debiti, il Comune è in bancarotta con un buco astronomico di 14 miliardi, i romani sono i più tartassati d’Italia (nel 2015 hanno versato al fisco 757 euro in più della media nazionale, pari a 2.726 pro capite). Inoltre, mantengono un elefantiaco apparato di 65mila burocrati comunali e paracomunali che, malgovernato, produce solo debiti e disservizi cronici. In campagna elettorale, la Raggi ci aveva promesso di tagliare i rami secchi delle società partecipate, le municipalizzate moltiplicatesi come funghi . Finora la Sindaca ha creato un assessorato ad hoc che non sa da dove cominciare. Tuttavia, se ne vanta come si incensa del lavoro fatto: cancellato le Olimpiadi, bloccato il progetto dello stadio della Roma, e approvato nei termini di legge il bilancio come se non fosse un obbligo istituzionale. (06/02/2017)